NELLA MENTE. Scruto la gente sull'autobus: mi sembra di sentire i loro pensieri che mi penetrano, mi cattura la voce pura di un bambino, il suono di una fisarmonica che è in coda sull'ultima fila. Ogni uomo con il suo pensiero di sempre cerca di viaggiare con la mente per trovare le proprie risposte. Non c'è nessuno che ferma i propri voli. Dentro l'universo della propria mente, della propria anima, tutto è possibile. Mi spingo oltre la mia immaginazione, oltre i miei confini, vado dove non voglio andare, dove non vorrei essere: un viaggio ai confini dell'emarginazione, ai confini dei cuori abbandonati, delle anime disciolte. Guardo fuori dal finestrino alla quinta fermata... Mi fa paura lo sguardo di un uomo buttato per terra, i suoi abiti sono luridi, il suo viso è sporco, le mani grandi, nere. Nessuno si avvicina a lui, il suo fetore si propaga a lunga distanza e lui non si cura di nessuno, degli sguardi inorriditi, o di quelli che elemosinano pietà. La sua vita scorre così tra una bottiglia di vino e una pisciata sui propri calzoni. La sua anima è a brandelli come i suoi vestiti, gli hanno tolto tutto, si è fatto togliere tutto. Ha finito di bere il suo cartone di vino rosso e si butta per terra con la faccia sull'asfalto del marciapiede. NELL'ANIMA. Io sono un cercatore di verità, per trovarla devo viaggiare con la mente, con l'anima. Cosa faccio oggi, fratello? Piango del dolore delle anime e mi inoltro alla ricerca del loro spirito. Prenderò oggi stesso la mano di un mio simile per trascinarlo, per sollevarlo e farlo viaggiare nel corso del tempo dove tempo non c', dove luogo non esiste. Ma non riesco, è troppo difficile aiutare gli uomini. Così riprendo il viaggio in profondità, dentro di me e mi accorgo di non avere luce dentro. Sono sporco dentro come tutti gli uomini, sono pulito come tutti gli uomini. Tutto nella realtà umana assume il duplice aspetto. Decido di viaggiare sopra i tetti della mia città alla ricerca di emozioni forti, ho il preciso intento di volare, di sbattere le mie mani che si trasformano in ali. Viaggio nel sonno staccandomi dal corpo che prende il volo e mi osservo dall'alto, mi butto dentro i corpi stesi sotto di me per entrare nei sogni della gente. La gente sogna, sogna, sogna... di cambiare, di trovare la felicità, di avvicinare la propria anima a Dio, o di non trovarlo affatto un Dio. NEL CUORE. La gioia di un amore non può essere trascinata negli abissi della paura di perderlo. Amo ma non sono corrisposto nella gioia, questo è il pensiero di un giovane quindicenne che mi trapassa la mente. Il giovane Daniel - è così che ho deciso di chiamarlo - è distrutto dal pensiero di essere abbandonato dalla sua compagna. Il suo sguardo è perso: annusa il suo cellulare, l'oggetto che lo fa sentire uguale a tutti, decide di mandare un messaggio... Si ferma con lo sguardo aldilà del finestrino. A quindici anni la paura di essere abbandonato, di non essere corrisposto è più forte della gioia di amare. E' uscito di casa alla ricerca dello sguardo di chi ama, nella speranza di un incontro che lo rassicuri. Ma incrocia lo sguardo di una nuova fanciulla che è appena salita dalla porta posteriore dell'autobus: se ne innamora. La ragazza gli sorride, cominciano a parlare... Danel ha solo voglia di amare, di imparare ad amare, di scoprire l'amore. Fabio Furnari |